mercoledì 27 marzo 2013

Così vengono macellati gli agnelli Per Pasqua video choc degli animalisti


L'organizzazione Animal Equality pubblica le immagini girate sotto copertura dagli attivisti nei macelli italiani

26 marzo 2013


Agnelli che vengono legati insieme, «a mazzi», per le zampe anteriori e appesi per essere pesati. Agnelli che camminano sul sangue e urlano mentre vengono spinti con la forza al macello. E ancora agnelli che vengono issati a testa in giù, storditi con una scarica di corrente elettrica e sgozzati, mentre alcuni di loro ancora si agitano e sono coscienti. Sono immagini choc quelle riprese dagli attivisti dell’organizzazione no-profit animalista Animal Equality e diffuse sul sito www.salvaunagnello.com. Un’investigazione, spiegano gli animalisti, che per la prima volta mostra quanto avviene nei macelli italiani soprattutto nel periodo pre-pasquale quando – tra agnelli , capretti, pecore e capre- vengono uccisi almeno 800 mila animali. Una percentuale importante visto che – sempre secondo Animal Equality - in un anno sono circa 4 milioni gli agnelli uccisi nel nostro Paese per il consumo umano, tra quelli esportati dall'Est Europa (Romania in primis) e quelli allevati in Italia.

SOTTO COPERTURA - «I nostri investigatori hanno lavorato sotto copertura per oltre un anno – spiega a Corriere.it una portavoce di Animal Equality - Hanno così documentato con diverse ore di filmati e decine di immagini, alcuni allevamenti medio-piccoli di ovini e macelli in varie parti d'Italia. Le immagini riprese documentano una chiara violenza fisica verso gli animali sottoposti anche a una forte sofferenza psicologica. Ci teniamo a sottolineare che non si tratta di casi isolati, ma la brutalità è una prassi costante in allevamenti e macelli anche nel nostro Paese». Oltre al video, l’organizzazione animalista internazionale (fondata nel 2006 ed attualmente presente – oltre che in Italia- nel Regno Unito, Spagna, Germania, India, Venezuela e Messico) pubblica numerose fotografie e interviste a esperti, veterinari ed etologi su quanto quelle immagini mostrano. In alcuni casi si tratta di vere e proprie denunce di maltrattamenti. Come nel caso di un agnello lasciato morto per giorni in un recinto all’aperto, a contatto con altri animali e pecore. Mentre altri agnelli sarebbero stati trovati quasi assiderati e agonizzanti.




PRATICHE «NON CORRETTE» - Sotto accusa anche la cosiddetta «pesa» a gruppi. Si tratta di una pratica «tradizionale» che, sempre secondo Animal Equality, sarebbe «illegale» (in base all’articolo 2, comma 1 del Decreto Legislativo n. 146/2001 sul trattamento degli animali negli allevamenti) perché «molto dolorosa»: provocherebbe agli animali rischio di lesioni come strappi muscolari e dei legamenti. «Come vediamo nel video la pesatura viene fatta con uno strumento molto rudimentale, tenendo insieme dieci agnellini alla volta in una posizione per loro estremamente innaturale - spiegano gli attivisti- Gli animali sono impauriti, si agitano e questo è molto pericoloso e doloroso per loro, possono anche slogarsi la spalla. Inoltre si tratta di una pratica del tutto inutile».

UNA LUNGA AGONIA - Le denunce non finiscono qui. Secondo l’organizzazione animalista, nei macelli investigati non sarebbe stata utilizzata correttamente l’«elettronarcosi» che per legge dovrebbe rendere incosciente gli agnelli prima della macellazione. «È evidente dalle immagini che gli animali non vengono storditi del tutto – denunciano gli attivisti - e al momento dello sgozzamento sono ancora coscienti di cosa gli stia accadendo, scalciano e si dimenano fino alla morte che sopraggiunge per dissanguamento. In particolare in un caso è evidente che l'animale dopo la scossa elettrica è ancora perfettamente vigile, respira, si muove. In un altro si vede che il pelo prende fuoco il che significa che c'è stato un errore nella scarica. E ancora, in un altro, si vede che nello sgozzamento non vengono recise entrambe le arterie: questo significa che l'animale può aver impiegato fino a 50 secondi in più per morire. Sono fatti gravissimi che, ripetiamo, avvengono normalmente».

CUCCIOLI DI UN MESE - «Si tratta di immagini scioccanti e reali di quanto accade a questi cuccioli di appena un mese di vita – concludono gli attivisti- uccisi per diventare cibo "tradizionale" sulle tavole degli italiani, anche e soprattutto in questo periodo prossimo alla Pasqua». L’obiettivo di Animal Equality è in quello di mobilitare l’opinione pubblica e spingere sempre più persone a scegliere di non mangiare più prodotti di origine animale. «Forse non si riflette abbastanza su cosa è un agnello – sottolinea l’etologo Roberto Marchesini sul sito Salvaunagnello.com- È solo un cucciolo e come tutti i cuccioli ha bisogno di avere accanto a sé una mamma. In una folla di agnelli stipati in uno spazio angusto non c'è solo l'orrore per la mancanza dei requisiti minimi di benessere. Dobbiamo immaginare una folla di bambini, al di sotto dei due anni, che disperatamente cercano la mamma e piangono senza conforto e ininterrottamente, giacché la loro paura è aumentata dal pianto degli altri cuccioli, dalle urla degli uomini, dall'odore della sofferenza e del sangue».

LE MOBILITAZIONI - Non solo Animal Equality si mobilita in vista della Pasqua. Anche la Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente, presieduta da Michela Brambilla, ricorda che il «picco pasquale» di solito conduce al macello, per un solo giorno, più di 250mila animali in tenera età. «Si tratta per lo più cuccioli di 30-40 giorni – spiega la Federazione - nati dopo cinque mesi di gravidanza delle madri, la cui fecondazione è regolata in maniera tale da poter macellare i piccoli quando pesano 8-12 chili».

UN MENU' DIVERSO - Mentre l'associazione Earth annuncia di aver raccolto oltre 8 mila firme per una petizione contro la «mattanza pasquale» degli agnelli indirizzata a Papa Francesco, una notizia positiva arriva dalla Lav che da anni propone sul sito www.cambiamenu.it un gran numero di piatti prelibati e privi di ingredienti di origine animale con la collaborazione dello chef Simone Salvini. Secondo la Lega anti vivisezione - anche se il primato delle macellazioni di ovini e caprini in Italia spetta alla Sardegna e al Lazio (seguite da Puglia, Campania e Toscana) - quest'anno due famiglie italiane su dieci festeggeranno scegliendo un menu senza carne: «Invitiamo i cittadini a fare un gesto concreto rinunciando alla carne tradizionalmente portata in tavola a Pasqua e a firmare la petizione della Lav con cui chiediamo al Governo e al Parlamento 10 leggi a tutela degli animali - dichiara il presidente dell'organizzazione Gianluca Felicetti - Tra le nuove norme, chiediamo la promozione di scelte alimentari senza prodotti di origine animale, la disincentivazione degli allevamenti e, comunque, l'obbligo di stordimento per tutte le macellazioni».




(source: CdS)