Da scorso weekend rientrano nel
Trattato Cites 5 specie squali
17 settembre 2014
Dal fine settimana appena passato gli
squali possono stare "più tranquilli": sono entrate in
vigore le nuove norme internazionali per rafforzare la protezione per
cinque specie di squali che sono minacciate dalla pesca
eccessiva.
Come descritto nell'Appendice II del Trattato Cites - che regola il commercio di animali e di piante che possono diventare a rischio di estinzione se sono raccolte in modo non sostenibile - , da domenica 14 settembre saranno necessari permessi speciali per esportare esemplari vivi o carne e pinne di tutte le specie esistenti di Manta Ray e di cinque specie di squalo: squalo longimanus, (Carcharhinus longimanus), squalo martello smerlato (Sphyrna lewini), grande squalo martello (Sphyrna mokarran), squalo martello liscio (Sphyrna Zygaena) e squalo smeriglio (Lamna nasus). Come riportato da numerosi studi, gli squali vengono pescati per la loro carne, cartilagine e pinne. A differenza di altri pesci, la specie tuttavia cresce e si riproduce a ritmi relativamente lenti; per questo motivo gli ambientalisti hanno avvertito che la pesca eccessiva potrebbe causare un rapido e tragico declino di questi grandi predatori.
Come descritto nell'Appendice II del Trattato Cites - che regola il commercio di animali e di piante che possono diventare a rischio di estinzione se sono raccolte in modo non sostenibile - , da domenica 14 settembre saranno necessari permessi speciali per esportare esemplari vivi o carne e pinne di tutte le specie esistenti di Manta Ray e di cinque specie di squalo: squalo longimanus, (Carcharhinus longimanus), squalo martello smerlato (Sphyrna lewini), grande squalo martello (Sphyrna mokarran), squalo martello liscio (Sphyrna Zygaena) e squalo smeriglio (Lamna nasus). Come riportato da numerosi studi, gli squali vengono pescati per la loro carne, cartilagine e pinne. A differenza di altri pesci, la specie tuttavia cresce e si riproduce a ritmi relativamente lenti; per questo motivo gli ambientalisti hanno avvertito che la pesca eccessiva potrebbe causare un rapido e tragico declino di questi grandi predatori.
(source: ANSA)