Chiesto il sequestro del corpo del
plantigrado per l'autopsia
11 settembre 2014
Greenphoto Archive |
"Ciò che è accaduto all'orsa
Daniza non è un incidente né un fatto casuale: è un animalicidio
in pieno regola. Nei giorni e nelle settimane passate avevamo più
volte chiesto di lasciare in pace l'animale, arrivando a diffidare le
autorità locali: questo è il risultato della caccia alle streghe,
del clima di terrore scatenato contro il povero plantigrado". Lo
dichiara la presidente dell'Ente nazionale protezione animali (Enpa),
Carla Rocchi, che preannuncia una mobilitazione legale da parte
dell'associazione. "Insieme alle centinaia di migliaia di
cittadini che si sono schierati con noi a difesa di Daniza - prosegue
Rocchi - consideriamo responsabili di questa morte tutte le autorità
che hanno fatto del terrorismo psicologico contro l'orso: in primis
la Provincia di Trento e gli amministratori locali ed i politici
locali che hanno scatenato questa guerra di religione. Ma anche
coloro i quali hanno materialmente eseguito l'intervento di
telenarcosi. Al riguardo chiediamo di sapere se tale intervento sia
stato posto in essere da personale medico-veterinario e se siano
state rispettate tutti i protocolli veterinari". Inoltre, l'Enpa
si chiede quale ruolo abbia giocato il ministero dell'Ambiente in
questa vicenda "visto che si è dimostrato incapace di tutelare
l'animale". Per questo l'associazione chiede le dimissioni
immediate del ministro. "Chi a vario titolo è coinvolto
nell'animalicidio di Daniza stia sicuro di non dormire sonni
tranquilli - aggiunge la presidente dell'Enpa - questo per noi e per
tutti i cittadini italiani che hanno preso a cuore il caso dell'orsa
è il punto di partenza di una battaglia che porteremo avanti finché
Daniza non avrà giustizia".
L'Enpa ha anche richiesto al servizio
Cites (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle
specie di fauna e flora minacciate di estinzione) del Corpo Forestale
dello stato e alla Procura "di porre sotto sequestro il corpo
della povera Daniza ed affidarlo all'Istituto zooprofilattico nel
quale siano presenti veterinari esperti in medicina forense e di
animali selvatici, affinché, visto come sono andate le cose, venga
eseguito un esame necroscopico affidabile e oggettivo". L'Ente
nazionale protezione animali in una nota rileva che "considerata
la gravità dell'accaduto, è fondamentale che si faccia chiarezza
sulle cause del decesso e che si stabilisca, al di là di ogni
ragionevole dubbio, se il plantigrado sia effettivamente morto a
causa dell'intervento di telenarcosi, per dose sbagliata o luogo di
inoculazione sbagliata. Se tale ipotesi dovesse essere confermata,
occorre anche chiarire se tale intervento sia stato eseguito seguendo
i protocolli farmacologici idonei e se sia stato posto in essere da
personale medico-veterinario".
(source: ANSA)