mercoledì 10 aprile 2013

Senza api a rischio 75% colture, mele e fragole piu' colpite


Greenpeace, stop pesticidi. Vale 265 mld l'agricoltura impollinata

09 aprile 2013

Apis mellifera (Green Photo Archive)
ROMA - Senza api il mondo potrebbe essere più esposto alla fame. La mancanza di api, e di altri insetti dediti all'impollinazione, metterebbe a rischio almeno il 75% delle colture e subire "una riduzione della produttività":i danni che deriverebbero sono stimati in un valore pari a 265 miliardi. Frutta, verdura, mangime per l'allevamento, sarebbero i più colpiti e soffrirebbero soprattutto "le produzioni di mele, fragole, pomodori e mandorle". Il nuovo rapporto di Greenpeace "Api in declino" mette in evidenza "l'importanza ecologica ed economica" della protezione delle api, accusando alcuni "pesticidi", da fermare "subito", di essere la causa della diminuzione della popolazione di questi insetti.

Secondo il report "la stima più recente dei benefici economici a livello globale legati al valore delle colture che dipendono dall'impollinazione ammonta a circa 265 miliardi di euro", anche se - precisa Greenpeace - calcolare il valore 'reale' dell'impollinazione sarebbe impossibile. Inoltre, dagli insetti che si dedicano all'impollinazione dipende anche la riproduzione delle piante selvatiche (fino al 90%); così come tanti altri servizi ecosistemici e habitat naturali.

Tra le criticità maggiori per la salute di questi insetti, la mancanza di dati sulle popolazioni e la difficoltà ad accorgersi del declino, l'aumento della produzione alimentare superiore alla crescita della popolazione globale di api domestiche, le differenze a seconda delle regioni, e, oltre a malattie e parassiti, le pratiche agricole industriali e i cambiamenti climatici. Ma per Greenpeace "alcuni pesticidi costituiscono un rischio diretto per gli insetti impollinatori", ed in particolare per le api. E' per questo che l'associazione lancia una nuova campagna europea per salvare le api (salviamoleapi.org) e per promuovere un'agricoltura di stampo ecologico. In particolare ci si concentra su "alcuni pesticidi, tra i quali i neonicotinoidi", che "rivestono il ruolo di veri e propri killer". Tra questi ne sono stati individuati sette che per l'associazione "devono essere subito vietati a causa della loro tossicità estremanente alta".

Greenpeace chiede allora ai governi europei un impegno per sostenere una recente proposta della commissione Europea su tre neonicotinoidi, già sospesi in Italia dal 2008. "Non possiamo permetterci di perdere le api e il resto degli impollinatori naturali - dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna agricoltura sostenibile di Greenpeace - l'Italia e gli altri Paesi europei devono agire per vietare queste sostanze".



(source: ANSA)