domenica 31 marzo 2013

Why do 'single' birds dance?


"Mesmerising and with a little bit of mystery about it."

31 March 2013


Grus antigone (green Photo Archive)
That is how aviculturist Amy King describes the graceful leaping, bowing, running, spinning and grass-tossing of dancing cranes.
This unique and spectacular behaviour has been imitated in various human cultures since the Stone Age and the purpose of such elaborate displays is widely understood to establish and reaffirm long-term pair bonds.
But on the occasion that young or single birds dance, for no clear social reasons, scientists become really intrigued.
Curiously, all species of crane dance throughout the year and at any age. The behaviour can appear random at times: sparked by a feather, stick or gust of wind.
Explanations for this peculiar propensity for dance have included socialisation and pair bonding in sub-adults, averting aggression and as a displacement activity when nervous.
But while these reasons could drive certain situations, they cannot explain everything.
Cranes dance most often when relaxed and at ease, often while not involved in any obvious social activity and when they are too young to form pairs; they will even dance alone.
According to a publication in The International Journal of Avian Science (IBIS) the answer could be that most crane dances, outside of courtship, are for play

Five rules
"What came as a surprise was that nobody has figured it out before," author Dr Vladimir Dinets from Louisiana State University, US told BBC Nature.
To better understand the behaviour, Dr Dinets compared non-courtship crane dances to five criteria for determining what exactly constitutes play.
These categories, widely accepted by scientists, were proposed by Professor Gordon Burghardt in 2005 in his book The Genesis of Animal Play.
According to Prof Burghardt, play is a repeated behaviour that should not contribute to survival, it is spontaneous and voluntary; performed when the animal is healthy and free from stress.
"They have become kind of a golden standard," Dr Dinets said, "We know that play has evolved independently in many groups of animals, from mammals to octopuses, and that its occurrence correlates with complex and flexible behaviour."
"[Play] could be a unique window into the evolution of complex behaviour, but so far we don't know even the most basic things about it," he said.

Grus japonensis (green Photo Archive)
Serious playtime
Professor Burghardt describes play as a "behaviour that doesn't seem to be very adaptive or functional in the context in which you see it."
And for a long time it was thought that play was only found in mammals and a few birds.
"It is probably much more common than people think," said Prof Burghardt.
So why do animals play? There is no simple answer according to the expert: "It's a behaviour that has arisen evolutionarily many times for different reasons and many different functions."
"Like practicing skills that [the young] will need in adulthood and helping them cognitively."
For many species you only see play in young animals. There are exceptions: monkeys, apes, humans, wild dogs and turtles for example, where older animals play too.
Prof Burghardt explained that it is also more likely in animals where there is a period of parental care, where the young are protected from doing things seriously on their own to survive.
"That's why you find play much more often in mammals and birds," he said.

Keeping it interesting
Dancing cranes interested Prof Burghardt because adult birds, and not just chicks, exhibit this play behaviour.
"Maybe one of the functions in cranes is that it helps keep the [long-term] pair bond exciting and interesting," he said.
For Dr Dinets, "it solves the old mystery of what crane dances are, but since play is so mysterious, it just replaces one riddle with another."
Common cranes have now returned to parts of the UK, notably Norfolk, after a 400-year absence.
Other key places to see the spectacular performances are the Somerset levels and moors, where the Great Crane Project have been releasing captive bred birds since 2010.
If you are thinking about watching the dance of these distinctive birds then the project's Amy King suggests dawn and dusk on a windy day when the birds "leap in the air and spin around, run and jump".
"[It] looks like they are having fun," she said.




(source: BBC)

sabato 30 marzo 2013

Un nidiata di germani reali salvati a Modena


Madre aveva deposto uova su una rotatoria di via Monte Kosica

30 marzo 2013

Anas platyrhynchos - pullo di germano reale (Green Photo Archive)
MODENA, 30 MAR - Una nidiata di germani reali e' stata salvata dal Centro il Pettirosso a Modena. La mamma aveva deposto le uova su una rotatoria in viale Monte Kosica. Ieri, alle 19, dopo la schiusa l'istinto l'ha spinta a cercare per i nove piccoli un corso d'acqua sfidando le auto nel traffico di punta. La scena e' stata notata da alcuni cittadini che hanno avvertito la polizia municipale e il Centro fauna selvatica.

Tutti in salvo i pulcini, tranne uno che e' stato purtroppo investito.



(source: ANSA)

venerdì 29 marzo 2013

Pinguini, presenti in Africa già 12 milioni di anni fa


È probabile che a determinare la loro estinzione sia stato il cambiamento del livello del mare

29 marzo 2013


Spheniscus humboldti (Green Photo Archive)
Leoni, giraffe, elefanti, zebre, gorilla e scimpanzè sono gli animali più rappresentativi della ricca fauna del continente africano. Ma sulle coste meridionali vive anche il pinguino dai piedi neri (Spheniscus demersus, noto anche come pinguino africano) che, in base a quanto pubblicato sulla rivistaZoological Journal of the Linnean Society, non è l’unica specie ad aver popolato il Sudafrica. Durante il Miocene, l'Africa ospitava infatti quattro diverse specie di pinguini. Lo confermano i reperti fossili rinvenuti nei pressi di Città del Capo. Scoperta che anticipa di almeno 5 milioni di anni la colonizzazione dell’Africa da parte di questi uccelli inabili al volo.
FOSSILI – Daniel Thomas, dello Smithsonian National Museum of Natural History di Washington, e Dan Ksepka, del National Evolutionary Synthesis Center, studiando rocce e sedimenti provenienti dall’impianto industriale di Saldanha Steel, hanno identificato 17 frammenti ossei di quattro diverse specie di pinguini ormai estinte, risalenti a circa 10-12 milioni di anni fa. In base alle caratteristiche delle ossa rinvenute, i ricercatori stimano che la più grande di queste specie aveva grosso modo le dimensioni del pinguino reale (Aptenodytes patagonicus), circa 90 centimetri di altezza, mentre la più piccola raggiungeva circa 30 centimetri, indicativamente come il pinguino minore blu (Eudyptula minor). «Si tratta della più antica testimonianza della presenza di questi uccelli marini in Africa», affermano gli autori della ricerca.
ESTINZIONE - Se oggi sono proprio le attività umane a mettere a rischio la sopravvivenza del pinguino africano, che nel corso degli ultimi 400 mila anni ha convissuto con l'uomo nelle aree costiere del continente, «sembra invece che gli esseri umani non siano colpevoli per la scomparsa delle altre specie di pinguini, perché i primi uomini moderni arrivarono in Sudafrica quando erano già estinti», spiegano i ricercatori.
LIVELLO DEL MARE – Ma a causa dei pochi reperti disponibili (scavi precedenti avevano portato alla luce fossili datati 5-7 milioni di anni fa) è difficile stabilire con certezza perché le antiche specie di pinguini siano scomparse e se tutto sia avvenuto gradualmente o all’improvviso. Anche se, secondo i ricercatori, il fattore che più probabilmente ha determinato la loro estinzione è il cambiamento del livello del mare. «I pinguini trascorrono la maggior parte del tempo nuotando, ma nidificano e allevano i piccoli sulla terraferma, sulle isole vicino alla costa. E in base a ricostruzioni della superficie terrestre», spiegano Thomas e Ksepka, «si può ipotizzare che 5 milioni di anni fa, quando almeno quattro specie di pinguino ancora vivevano nel continente, il livello del mare sulle coste del Sudafrica era ben più alto rispetto a quello attuale, creando così un mosaico di isole che offrivano spiagge dove i pinguini potevano riprodursi e mettersi al sicuro dai predatori. Il progressivo abbassamento del livello del mare avrebbe poi spazzato via i siti di nidificazione».
PINGUINO PIEDI NERI - La più antica testimonianza diSpheniscus demersus risale invece a 270-400 mila anni fa e ora è l’unico rampollo delle specie che per milioni di anni hanno popolato le coste meridionali dell’Africa. Ma dal 2010 il pinguino dai piedi neri è stato classificato a rischio di estinzione, dato che negli ultimi 50 anni il numero di esemplari è diminuito dell’80 percento, in gran parte a causa delle perdite di petrolio in mare e della pesca intensiva di sardine e acciughe che costituiscono il suo cibo preferito. «Dobbiamo evitare però che il pinguino africano abbia lo stesso destino dei suoi antenati. E tocca a noi tenerlo al sicuro», conclude Daniel Thomas.



(source: CdS)

Carcassa tartaruga trovata su una spiaggia in Calabria


E' il quarto esemplare di 'caretta caretta' morto in due giorni

29 marzo 2013


Caretta caretta (Green Photo Archive)
AMANTEA (COSENZA), 29 MAR - Una carcassa di tartaruga ''caretta caretta'' e' stata trovata sulla spiaggia di Amantea, sul Tirreno cosentino. L'antimale, del peso di 35 chili e lungo 60 centimetri, e' stato ucciso da un amo da palangaro.

La carcassa e' stata trovata dal Wwf e segnalata alla guardia costiera di Vibo Valentia. Secondo il Wwf regionale, negli ultimi due giorni sono state rinvenute altre tre tartarughe morte sui litorali di Belvedere Marittimo, Cetraro e Paola, sempre nel cosentino.




(source: ANSA)

giovedì 28 marzo 2013

Stormo di 50 fenicotteri sosta in Toscana


Evento documentato dal centro di scienze naturali di prato

28 marzo 2013


Phoenicopterus ruber roseus (Green Photo Archive)
PRATO - Oltre 50 fenicotteri hanno sostato nei laghi La Buchina, Il Fondaccio e Le Caserane e l'evento e' stato documentato, dopo una segnalazione di cittadini, dal Centro di Scienze Naturali di Prato. Alcuni di questi avevano alla zampa un anello che e' stato possibile leggere grazie alle foto. I codici di riconoscimento saranno segnalati all' Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, in modo da poter seguire e studiare gli spostamenti di questi magnifici uccelli.

I fenicotteri, dalle ali purpuree, hanno piumaggio caratteristico poiche' si alimentano di alghe e crostacei che gli conferiscono il caratteristico colore rosa a causa del betacarotene in essi contenuto, sono alte circa 140 centimetri con un apertura alare di 240 centimetri. Sono uccelli migratori capaci di coprire grandi distanze e migrano in stormi a forma di V. Nel gruppo si sono osservati diversi individui maschi adulti che gia' iniziano le danze di corteggiamento davanti alle femmine. La loro rara presenza sul nostro territorio e' un ulteriore conferma dell'importanza scientifica dei pochi ambienti umidi rimasti e della loro salvaguardia. Il Centro di Scienze Naturali di Prato, fra le sue attivita', svolge anche il monitoraggio delle aree umide rimaste nella pianura Prato - Firenze - Pistoia, che costituiscono per l'avifauna i siti relitti dell'antico lago quaternario. Questi laghi rappresentano ancora un notevole richiamo per gli uccelli di diverse specie, che durante i loro spostamenti migratori ricordano queste zone acquatiche e si fermano per trovarvi cibo e rifugio.



(source: ANSA)

Caccia a volpe nel Senese, c'e' moratoria


Lo ha annunciato la Provincia, dopo polemiche animalisti

28 marzo 2013

SIENA - Moratoria di un mese per la caccia alla volpe in tana nel Senese, prevista inizialmente dall'1 aprile al 31 luglio. Lo ha annunciato oggi la Provincia di Siena dopo le polemiche sollevate da cittadini e associazioni animaliste. Plaudono le associazioni animaliste ma dicono che non basta, vogliono infatti l'annullamento.

''Abbiamo deciso insieme alla giunta una moratoria di un mese per sgombrare il campo da questioni che non aiutano a stare sereni'', ha detto Anna Maria Betti, assessore alle risorse faunistiche della Provincia di Siena. Dopo il 30 aprile, ha aggiunto, ''o il legislatore mi da' una soluzione o si riparte. Da subito dopo Pasqua, intanto, il tavolo per le gestioni faunistiche diventera' permanente come si fa nelle situazioni di crisi: nella nostra provincia l'azienda piu' importante e' quella dell'ambiente e del territorio. E al contrario di quello che qualcuno dice, la natura non si governa da sola''.''Impropriamente si dice caccia, ma si chiama contenimento alla tana'', specifica l'assessore, che spiega: ''Il provvedimento si attua nelle zone di ripopolamento e cattura, previste dalla legge regionale, destinate alla protezione della fauna, zone non di caccia ma sottratte alla caccia per un ripopolamento naturale, non artificiale, delle specie selvatiche di interesse faunistico venatorio ma anche conservazionistico: parliamo quindi di strumenti utili alla biodiversità e al riequilibrio della fauna autoctona, quale la piccola selvaggina stanziale da noi in forte declino''.

I contenimenti sono stati disposti "con parere favorevole e indicazioni su tempi e modi ricevuti dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale che fa capo al Ministero per l'Ambiente", spiega Betti. Il provvedimento, analogo a quelli degli anni passati, risale all'agosto 2012, è stato oggetto di un ricorso al Tar della Toscana, respinto giudicando la disposizione "pienamente in linea con le finalità per cui sono istituite le zone" e valutando che "non si tratta di attività di caccia ma di attività di pubblico controllo delle specie selvatiche". Anna Maria Betti commenta poi le polemiche degli animalisti, che sabato manifesteranno davanti alla sede della Provincia: "Accettiamo ogni forma di protesta anche se siamo arrivati ai limiti della querela e della minaccia. Inviterei ad abbassare i toni perché non serve a nessuno. Siamo abituati a ragionare facendo riferimento a elementi di conoscenza, a elementi scientifici e a elementi di diritto. Per questo non serve a nessuno scivolare su argomentazioni di pancia".

L'Enpa nazionale e il coordinatore regionale per la Toscana, Giovanni Pacini, esprimono "compiacimento'' per la decisione della Provincia di Siena. "Si tratta indubbiamente di un fatto positivo - spiegano - di una dimostrazione di buona volontà che costituisce un evidente passo avanti". Secondo l'Enpa, e' "un atto dovuto di fronte alla imponente e impressionante mobilitazione dei cittadini, anche molto lontani dalla sensibilità animalista, che si sono opposti con estrema determinazione al massacro dei cuccioli di volpe e delle loro madri". "La questione della caccia alla volpe in tana, tuttavia, non è ancora chiusa del tutto - prosegue l'Enpa - poiché la moratoria rappresenta un provvedimento temporaneo e non definitivo. Per questo l'Enpa continuerà a monitorare attentamente la situazione, tenendo alta la guardia per scongiurare un eventuale passo indietro. Se il progetto di sterminio delle volpi dovesse in qualche modo ripresentarsi, siamo pronti a ripartire con la mobilitazione".

Anche la Lega Antivivisezione e il Wwf plaudono al rinvio, provvedimento deciso nell'ambito di un piano di abbattimento di animali 'nocivi' nelle campagne. Per la Lav e' "un primo risultato positivo, ma non può bastare" perché "non annulla ma rinvia l'inizio delle operazioni di abbattimento delle volpi e dei loro cuccioli in tana". "Operazioni - prosegue la Lav - che l'assessore provinciale Betti continua a difendere sostenendone l'utilità ai fini della tutela della biodiversità. Il solo rinvio però non soddisfa le richieste dei cittadini e delle associazioni che auspicano si giunga all'annullamento definitivo di un sistema di caccia tanto crudele qual è l'intervento alla tana con i cani addestrati". "Siamo convinti che la caccia alla volpe in tana sia uno dei metodi più crudeli e sanguinari inventati dai cacciatori - commenta Massimo Vitturi, responsabile del settore caccia e fauna selvatica della Lav - per questo auspichiamo che non solo la provincia di Siena, ma tutte le province italiane smettano definitivamente di autorizzarla". Per il Wwf, invece, "in questo mese di tempo si conduca una verifica e si arrivi al completo annullamento di queste inutili e dannose pratiche". "Il segnale dato dalla Provincia è quello di apertura ad un confronto su tematiche estremamente delicate. Come già ribadito il Wwf ritiene che gli interventi di controllo sulla popolazione della volpe siano non giustificabili dal punto di vista scientifico, inefficaci, dannosi per la specie oggetto di prelievo e di disturbo per il resto della fauna selvatica anche in periodo riproduttivo".



(source: ANSA)

Boe acustiche per svelare segreti balene blu


In Antartide captati canti a bassa frequenza

28 marzo 2013

SYDNEY - Per la prima volta al mondo, una nutrita squadra di scienziati di tre paesi ha usato tecnologie acustiche per rintracciare, seguire e studiare la misteriosa balena blu antartica. Gli etologi sperano che le nuove informazioni aiutino ad accrescere la popolazione di questa specie, decimata dalla caccia industriale dopo il 1900. Destreggiandosi su piccole barche nelle agitate e gelide acque antartiche, i giovani studiosi australiani, americani e britannici hanno 'etichettato' gli elusivi giganti dell'oceano sparando da pochi metri fucili ad aria compressa. E li hanno potuti seguire in tempo reale con tracking satellitare, captando il loro 'canto' a bassa frequenza.

La balena blu antartica e' la piu' grande creatura sulla Terra, pesa fino a 100 tonnellate e raggiunge la lunghezza di tre autobus. Nonostante le sue dimensioni pero' e' stata finora difficile da seguire. I ricercatori della Divisione Antartica Australiana con colleghi americani e britannici hanno trascorso sette settimane nell'Oceano Meridionale seguendo le balene per mezzo di boe acustiche e registrando i loro 'canti'. Hanno raccolto 626 ore di registrazioni audio, di cui oltre 26.500 emissioni sonore, oltre a fotografare ed eseguire biopsie a fini di identificazione.

Nick Gales, della Divisione Antartica Australiana, ha sottolineato che i campioni e i dati sono stati raccolti senza alcun danno alle balene. ''La tecnica e' un'ulteriore prova che le balene si possono studiare senza ucciderle, come fanno le baleniere giapponesi negli stessi mari con il pretesto della ricerca'', ha aggiunto.

Prima del 1900 nell'Oceano Meridionale nuotavano 200 mila balene blu, ma con il boom della caccia industriale ne furono uccise circa 340 mila. Ora il loro numero si aggira sulle 2.000.

''Non e' chiaro perche' la popolazione non cresca piu' rapidamente'', ha detto Gales alla radio australiana Abc. ''E' nostra responsabilita' capirle meglio, capire quali sono le cose che rallentano la riproduzione e cercare di aiutarle'', ha aggiunto. I risultati della ricerca saranno trasmessi alla Commissione baleniera internazionale per elaborare programmi di conservazione.



(source: ANSA)

mercoledì 27 marzo 2013

Così vengono macellati gli agnelli Per Pasqua video choc degli animalisti


L'organizzazione Animal Equality pubblica le immagini girate sotto copertura dagli attivisti nei macelli italiani

26 marzo 2013


Agnelli che vengono legati insieme, «a mazzi», per le zampe anteriori e appesi per essere pesati. Agnelli che camminano sul sangue e urlano mentre vengono spinti con la forza al macello. E ancora agnelli che vengono issati a testa in giù, storditi con una scarica di corrente elettrica e sgozzati, mentre alcuni di loro ancora si agitano e sono coscienti. Sono immagini choc quelle riprese dagli attivisti dell’organizzazione no-profit animalista Animal Equality e diffuse sul sito www.salvaunagnello.com. Un’investigazione, spiegano gli animalisti, che per la prima volta mostra quanto avviene nei macelli italiani soprattutto nel periodo pre-pasquale quando – tra agnelli , capretti, pecore e capre- vengono uccisi almeno 800 mila animali. Una percentuale importante visto che – sempre secondo Animal Equality - in un anno sono circa 4 milioni gli agnelli uccisi nel nostro Paese per il consumo umano, tra quelli esportati dall'Est Europa (Romania in primis) e quelli allevati in Italia.

SOTTO COPERTURA - «I nostri investigatori hanno lavorato sotto copertura per oltre un anno – spiega a Corriere.it una portavoce di Animal Equality - Hanno così documentato con diverse ore di filmati e decine di immagini, alcuni allevamenti medio-piccoli di ovini e macelli in varie parti d'Italia. Le immagini riprese documentano una chiara violenza fisica verso gli animali sottoposti anche a una forte sofferenza psicologica. Ci teniamo a sottolineare che non si tratta di casi isolati, ma la brutalità è una prassi costante in allevamenti e macelli anche nel nostro Paese». Oltre al video, l’organizzazione animalista internazionale (fondata nel 2006 ed attualmente presente – oltre che in Italia- nel Regno Unito, Spagna, Germania, India, Venezuela e Messico) pubblica numerose fotografie e interviste a esperti, veterinari ed etologi su quanto quelle immagini mostrano. In alcuni casi si tratta di vere e proprie denunce di maltrattamenti. Come nel caso di un agnello lasciato morto per giorni in un recinto all’aperto, a contatto con altri animali e pecore. Mentre altri agnelli sarebbero stati trovati quasi assiderati e agonizzanti.




PRATICHE «NON CORRETTE» - Sotto accusa anche la cosiddetta «pesa» a gruppi. Si tratta di una pratica «tradizionale» che, sempre secondo Animal Equality, sarebbe «illegale» (in base all’articolo 2, comma 1 del Decreto Legislativo n. 146/2001 sul trattamento degli animali negli allevamenti) perché «molto dolorosa»: provocherebbe agli animali rischio di lesioni come strappi muscolari e dei legamenti. «Come vediamo nel video la pesatura viene fatta con uno strumento molto rudimentale, tenendo insieme dieci agnellini alla volta in una posizione per loro estremamente innaturale - spiegano gli attivisti- Gli animali sono impauriti, si agitano e questo è molto pericoloso e doloroso per loro, possono anche slogarsi la spalla. Inoltre si tratta di una pratica del tutto inutile».

UNA LUNGA AGONIA - Le denunce non finiscono qui. Secondo l’organizzazione animalista, nei macelli investigati non sarebbe stata utilizzata correttamente l’«elettronarcosi» che per legge dovrebbe rendere incosciente gli agnelli prima della macellazione. «È evidente dalle immagini che gli animali non vengono storditi del tutto – denunciano gli attivisti - e al momento dello sgozzamento sono ancora coscienti di cosa gli stia accadendo, scalciano e si dimenano fino alla morte che sopraggiunge per dissanguamento. In particolare in un caso è evidente che l'animale dopo la scossa elettrica è ancora perfettamente vigile, respira, si muove. In un altro si vede che il pelo prende fuoco il che significa che c'è stato un errore nella scarica. E ancora, in un altro, si vede che nello sgozzamento non vengono recise entrambe le arterie: questo significa che l'animale può aver impiegato fino a 50 secondi in più per morire. Sono fatti gravissimi che, ripetiamo, avvengono normalmente».

CUCCIOLI DI UN MESE - «Si tratta di immagini scioccanti e reali di quanto accade a questi cuccioli di appena un mese di vita – concludono gli attivisti- uccisi per diventare cibo "tradizionale" sulle tavole degli italiani, anche e soprattutto in questo periodo prossimo alla Pasqua». L’obiettivo di Animal Equality è in quello di mobilitare l’opinione pubblica e spingere sempre più persone a scegliere di non mangiare più prodotti di origine animale. «Forse non si riflette abbastanza su cosa è un agnello – sottolinea l’etologo Roberto Marchesini sul sito Salvaunagnello.com- È solo un cucciolo e come tutti i cuccioli ha bisogno di avere accanto a sé una mamma. In una folla di agnelli stipati in uno spazio angusto non c'è solo l'orrore per la mancanza dei requisiti minimi di benessere. Dobbiamo immaginare una folla di bambini, al di sotto dei due anni, che disperatamente cercano la mamma e piangono senza conforto e ininterrottamente, giacché la loro paura è aumentata dal pianto degli altri cuccioli, dalle urla degli uomini, dall'odore della sofferenza e del sangue».

LE MOBILITAZIONI - Non solo Animal Equality si mobilita in vista della Pasqua. Anche la Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente, presieduta da Michela Brambilla, ricorda che il «picco pasquale» di solito conduce al macello, per un solo giorno, più di 250mila animali in tenera età. «Si tratta per lo più cuccioli di 30-40 giorni – spiega la Federazione - nati dopo cinque mesi di gravidanza delle madri, la cui fecondazione è regolata in maniera tale da poter macellare i piccoli quando pesano 8-12 chili».

UN MENU' DIVERSO - Mentre l'associazione Earth annuncia di aver raccolto oltre 8 mila firme per una petizione contro la «mattanza pasquale» degli agnelli indirizzata a Papa Francesco, una notizia positiva arriva dalla Lav che da anni propone sul sito www.cambiamenu.it un gran numero di piatti prelibati e privi di ingredienti di origine animale con la collaborazione dello chef Simone Salvini. Secondo la Lega anti vivisezione - anche se il primato delle macellazioni di ovini e caprini in Italia spetta alla Sardegna e al Lazio (seguite da Puglia, Campania e Toscana) - quest'anno due famiglie italiane su dieci festeggeranno scegliendo un menu senza carne: «Invitiamo i cittadini a fare un gesto concreto rinunciando alla carne tradizionalmente portata in tavola a Pasqua e a firmare la petizione della Lav con cui chiediamo al Governo e al Parlamento 10 leggi a tutela degli animali - dichiara il presidente dell'organizzazione Gianluca Felicetti - Tra le nuove norme, chiediamo la promozione di scelte alimentari senza prodotti di origine animale, la disincentivazione degli allevamenti e, comunque, l'obbligo di stordimento per tutte le macellazioni».




(source: CdS)

Stop ai test sugli animali per i cosmetici

PROVVEDIMENTO UE:
Il divieto scatta da lunedì in tutti i paesi europei
E da luglio su rossetti e creme etichette più chiare

26 marzo 2013


Stop ai testi dei prodotti cosmetici sugli animali. Il divieto scatta da lunedì 11 marzo e, entro l'estate, le aziende produttrici saranno obbligate a fornire informazioni più dettagliate sulle etichette circa la data di scadenza e l'eventuale presenza di ingredienti «nano», cioè di dimensioni inferiori ai 100 micron.
DIVIETO EUROPEO - È il nuovo regolamento approvato dall'Europa sui cosmetici. Da lunedì in tutti i paesi della Ue, sarà vietato vendere anche quei prodotti i cui ingredienti sono stati testati sugli animali in paesi extra europei. E dall'11 luglio le aziende di cosmesi dovranno indicare la scadenza dei prodotti con un nuovo simbolo grafico, una piccola clessidra. Inoltre sulle etichette dovrà essere indicata l'eventuale presenza di nanomateriali, ingredienti di dimensioni inferiori a 100 micron usati soprattutto nei prodotti solari.

GLI ANIMALISTI FESTEGGIANO - Una decisione europea che verrà festeggiata lunedì in piazza a Roma dalla Lav la Lega antivivisezione, che organizzerà una manifestazione alle 12 in piazza del Pantheon. In quella occasione la Lav chiederà anche al ministero della Salute di ritirare le autorizzazioni in deroga concesse alla ditta Menarini-Rtc di Pomezia per otto cani beagle in arrivo dal Belgio.



(source: CdS)

martedì 26 marzo 2013

Oltre tremila grandi scimmie 'rubate' da foreste ogni anno


Agenzia onu lancia allarme, in 7 anni persi 22 mila esemplari

26 marzo 2013

ROMA - Almeno tremila grandi scimmie, dagli scimpanze' ai gorilla, vengono catturate e vendute illegalmente ogni anno, un numero che potrebbe portare questi animali all'estinzione in breve tempo. L'allarme e' stato lanciato da un rapporto della Great Apes Survival Partnership (Grasp) dell'Onu.

Secondo i numeri del documento, intitolato 'Stolen Apes' (Scimmie rubate), tra il 2005 e il 2011 sono stati presi oltre 22mila esemplari, per il 64% scimpanze'. La cifra e' stata stimata esaminando confische e rapporti in tutto il mondo, e potrebbe essere anche superiore: ''La cattura illegale delle grandi scimmie non e' un fenomeno nuovo - afferma Achim Steiner, direttore esecutivo dell'agenzia Onu per l'ambiente - ma le dimensioni che emergono sottolineano quanto sia importante che la comunita' internazionale rafforzi la vigilanza''.

Le scimmie sono catturate di solito in Africa centrale e occidentale e contrabbandate in Asia e Medio Oriente. In paesi come Arabia Saudita, Emirati Arabi e Libano questi animali sono comprati per essere 'esibiti' in grandi giardini privati. In Asia invece sono destinati prevalentemente a zoo e parchi, con gorilla e scimpanze' che hanno come principale destinazione la Cina mentre Thailandia e Cambogia hanno registrato casi di orangutan costretti a combattere tra loro. I guadagni dei contrabbandieri sono molto alti, sottolinea il documento. Un orangutan puo' fruttare mille dollari, mentre per un gorilla il mercato nero puo' pagarne fino a 400mila.



(source: ANSA)

Margherita Hack contro la caccia alla volpe


Lettera a Provincia Siena, tra 25 sottoscrittori Susanna Tamaro e Red Canzian

26 marzo 2013

FIRENZE - Ci sono l'astrofisica Margherita Hack, la scrittrice Susanna Tamaro e il cantante Red Canzian tra i firmatari di una lettera appello intitolata 'Fermate la caccia alla volpe in tana: e' crudele e sbagliata', diretta alla Provincia di Siena e promossa dalla redazione di 'Restiamo animali', trasmissione settimanale in onda in Toscana su Controradio. La lettera invita la giunta provinciale a sospendere la sua decisione di consentire la caccia alla volpe in tana a partire dal primo aprile.

E' stata sottoscritta da 25 primi firmatari - tra cui il biologo Gianni Tamino, il filosofo Luigi Lombardi Vallauri, lo chef Simone Salvini, la conduttrice tv Paola Maugeri, il Garante dei diritti animali del Comune di Milano Valerio Pocar, l'eurodeputato Andrea Zanoni. La lettera contiene sia motivazioni etiche e civili (''Il cammino della civilta' continua il suo corso e include sempre di piu' gli animali non umani fra i soggetti portatori di diritti'') sia motivazioni tecniche e scientifiche, grazie alla consulenza offerta da alcuni esperti. Si mette in dubbio che le volpi siano davvero in soprannumero (come sono state censite? con quali metodi?), si fa notare che l'Ispra aveva raccomandato metodi non cruenti e che in qualsiasi caso le operazioni si svolgessero da agosto a gennaio per non nuocere a cuccioli e madri, mentre adesso siamo nel pieno dell'allattamento dei cuccioli. Si fa infine notare come siano proprio i ripopolamenti collegati alla caccia a interferire con l'equilibrio ecologico (anche questo aspetto era indicato nel parere fornito dall'Ispra alla Provincia di Siena).

I firmatari sospettano che ''il reale obiettivo'' dell'autorizzazione della caccia alla volpe in tana, ''sia quello di prolungare il diletto dei cacciatori per qualche mese ancora, a spese di una specie inerme'' e invitano la giunta provinciale a compiere ''un gesto umano e nobile'', che avrebbe ''pubblico apprezzamento''.




(source: ANSA)

Ricostruita famiglia del Dodo


Simbolo uccelli scomparsi in compagnia almeno altre 1000 specie

26 marzo 2013

ROMA - Il Dodo e' il simbolo degli uccelli estinti, ma e' in compagnia di almeno mille altre specie di uccelli che nel periodo compreso fra 3.500 e 700 anni fa sono state cancellate dalla faccia della Terra a causa della deforestazione provocata dall'uomo. A ricostruire la 'famiglia' degli uccelli orami scomparsi che popolavano l'Oceania e' uno studio coordinato da ricercatori della Societa' Zoologica di Londra che ha pubblicato i risultati sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas).

Circa 4.000 anni fa le isole tropicali del Pacifico erano un paradiso inviolato ma l'arrivo dell'uomo, attraverso la caccia e la deforestazione, ha rapidamente trasformato questi luoghi. La vittima piu' celebre e' senz'altro il Dodo, un grosso uccello di circa 30 chili, goffo e incapace di volare, che per le sue caratteristiche e' stato piu' volte preso in simpatia da letteratura e fumettistica. Quantificare pero' il danno prodotto dall'uomo agli ecosistemi degli arcipelaghi del pacifico e' risultato finora un lavoro molto difficile a causa della scarsita' di prove fossili.

Utilizzando nuove tecniche che combinano informazioni genetiche e prove fossili, i ricercatori britannici sono riusciti ora a ricostruire l'esistenza di un gran numero di specie scomparse senza lasciare nessuna traccia fossile. Lo studio ha identificato ben 160 'nuovi' diversi tipi di uccelli terrestri, ossia incapaci al volo e con zampe strutturate per muoversi sulla terra. ''Se poi tenessimo conto - ha aggiunto Tim Blackburn, responsabile dello studio - di tutte le altre isole del Pacifico e anche gli uccelli marini e canori, il bilancio totale dell'estinzione e' stato probabilmente di circa 1.300 specie di uccelli''.



(source: ANSA)

Per salvare uccelli Tokyo chiede modifica impianto eolico


Governo preoccupato, a rischio oltre 1.200 volatili l'anno

25 marzo 2013

ROMA - Per salvare la biodiversita', in Giappone il governo chiede una revisione del nuovo impianto eolico. Secondo un'analisi ambientale, il nuovo progetto che prevede la costruzione di 15 turbine eoliche nella prefettura di Aomori, potrebbe causare la morte di oltre 1200 uccelli all'anno.

La societa' Kuroshio Furyoku Hatsuden, con sede a Hitachi nella Prefettura di Ibaraki, prevede di installare entro il 2015, lungo la costa meridionale del lago di Jusan, turbine eoliche con una capacita' totale di 34.500 kilowatt. Come riporta la stampa locale tuttavia l'area del lago e la zona circostante sono designate come riserva faunistica. La zona e' infatti famosa per essere l'habitat di crostacei e molluschi e luogo di riposo per decine di migliaia di uccelli migratori provenienti dalla Siberia, tra cui oche selvatiche, anatre e cigni.

Una bozza sulla valutazione dell'impatto ambientale redatta della societa' stessa, ha stimato che ogni anno circa 780 esemplari morirebbero in seguito a scontri con le turbine ed altri 337 durante la migrazione. Un valore ''inaccettabile'', che ha spinto il governo di Tokyo a invitare la societa' a ''rivedere i piani'' sulla costruzione dell'impianto. ''E 'importante promuovere la produzione di energia eolica, ma il lato sud del lago e' un percorso per gli uccelli selvatici. - ha commentato Yocihi Watanabe della Aomori University of Health and Society -. Bisogna che si trovi un modo in cui possano coesistere gli uccelli e le turbine''.




(source: ANSA)

In India foto cattura tigri 'a passeggio'


Una particolare trappola-fotocamera nel Kerala

25 marzo 2013


ROMA - Telecamere ''catturano'' tigri a passeggio in India.

Secondo quanto riportato dai ricercatori della World Land Trust, una particolare trappola-fotocamera e' riuscita a riprendere due diverse tigri adulte nella provincia di Kerala, a sud ovest del Paese.

La prima foto mostra una tigre maschio adulta in buona salute che ha appena cacciato un gaur, conosciuto anche come bisonte indiano. Come riporta Live Science, la stessa trappola fotografica posizionata nel ''corridoio'' lungo circa sei chilometri tra due riserve naturali adiacenti, era riuscita ad immortalare un altro individuo adulto nella prima parte dell'anno.
Panthera tigris altaica (Green Photo Archive)


La particolare area era stata creata originariamente per lo spostamento degli elefanti tra i diversi parchi, ma sono stati avvistati in transito nel ''corridoio'' anche altri animali come orsi, leopardi e cervi. ''Siamo tutti molto soddisfatti nel vedere un maggiore utilizzo del corridoio da parte di una vasta gamma di animali. Catturare queste tigri in un fotogramma e' molto emozionante'', ha detto Sandeep Kr. Tiwari, vice direttore del Wildlife Trust of India.



(source: ANSA)

Scatta operazione 'salva rospo innamorato'


Volontari Wwf in aiuto anfibi per attraversare strade Fiesole

25 marzo 2013

FIESOLE (FIRENZE) - Con l'arrivo della primavera anche rospi, rane, tritoni e gli altri anfibi escono dai luoghi di svernamento e migrano verso le zone umide per deporre le uova.

Per questo anche quest'anno nel comune di Fiesole e' stata promossa l'operazione 'salva rospo innamorato': un gruppo di volontari del Wwf aiutera' gli anfibi ad ''attraversare la strada''. Accadra' nell'area del lago di Villa Peyron al Bosco di Fontelucente e del lago di Romena a Compiobbi, ''luoghi scelti da molti di questi animaletti per riprodursi e dove le femmine depongono le uova'': i volontari interverranno al calar della sera, muniti di torce e secchi.

''Una delle principali cause di morte di questi animali e' rappresentata dalle macchine - spiega l'assessore all'ambiente di Fiesole Luciano Orsecci -, anche perche' i rospi si muovono preferibilmente nelle ore serali quando il traffico e' molto intenso. L'aiuto dato dai volontari del Wwf Toscana e' molto importante, anche perche' questi animali sono utili per l'ambiente''.

''Tutti i dati che vengono raccolti in queste occasioni - dice Carlo Scoccianti biologo del Wwf Toscana - sono utili per monitorare lo status delle popolazioni e nei casi di maggior rischio per trovare le soluzioni tecniche definitive come quella di allestire, al bisogno, appositi sottopassi o stagni alternativi a monte dei punti di attraversamento. In Italia molti di questi interventi sono gia' stati realizzati dal Wwf in collaborazione con gli enti locali competenti. Gli animali sono un patrimonio comune e anche nel rispetto della legge regionale vigente essi sono tutti protetti come anche il loro habitat riproduttivo''.



(source: ANSA)

lunedì 25 marzo 2013

Falcons 'rapidly evolved' hunting skills


Falcons rapidly evolved their renowned hunting skills, a study has found.

25 March 2013


Peregrines are considered by some as the perfect hunters
Scientists from Cardiff University have sequenced the genome of peregrine and saker falcons for the first time.
Research revealed that compared with other species, these birds of prey have been subjected to fierce competition and pressures, leading them to adapt quickly in order to survive.
Investigation of the genes responsible for the birds' unique beaks highlighted this rapid development.
The name falcon comes from the Latin word falco, meaning hook shaped and refers to the birds' strongly curved beaks.
"We have been able to determine that specific genes, regulating beak development, have had to evolve to withstand the pressure of impacting their prey at a speed of up to 300 kilometres an hour," explained Professor Mike Bruford, who authored the paper published in the journal Nature Genetics.
"The shape of the falcon beak has also had had to evolve to be capable of tearing at the flesh of its prey."
The hunting skills of falcons are well known, with the peregrine falcon often referred to as the fastest animal on Earth due to the impressive speeds at which it plummets through the air to catch prey.
Researchers worked with experts at the Beijing Genomics Institute in China to obtain the genome sequences of the birds.
They discovered the "revelatory" evidence of the falcons' evolutionary history when comparing their genomes with those of other birds that have had their genomes sequenced: chickens, turkeys and zebra finches.
Through DNA sequencing, they were able to identify the genes behind the birds' exemplary predatory adaptations.
These adaptations include hard skulls to allow the birds to survive collisions with their prey and highly efficient circulatory and respiratory systems to cope with the extreme air pressure encountered during their high-speed dives.
Tracking when and how these genes developed, the scientists identified that the process was very rapid and theorised that this was due to intense competitive pressures experienced by the birds as they sought prey.
"Evolution seems to be pushing the genome sequence in an unusual direction," said Prof Bruford.
"If we had found this just in the peregrine, that would have been interesting, but we also sequenced the saker falcon and it shows the same pattern, leaving us with the most likely explanation that it is their predatory lifestyle [that is responsible]."
Saker falcons are found across Central Asia and the research team were able to understand more about how they developed to live in arid environments.
The birds are listed as endangered in the wild and conservationists from International Wildlife Consultants, Carmarthen, who co-funded the project hope an improved understanding of their history will help safeguard the species for the future.



(source: BBC)

venerdì 22 marzo 2013

Bambini, vacanza in natura con Legambiente


Campi estivi alla scoperta del lupo, l'aquila e il cervo

22 marzo 2013

ROMA - Vivere una settimana immersi nella natura, tra gioco e scoperta, sperimentando in prima persona la sostenibilita' ambientale attraverso piccoli gesti come la raccolta differenziata e il risparmio energetico. E' il programma ''L'ambiente si mette in gioco'', con cui Legambiente lancia le proposte 2013 per l'estate dei bambini e ragazzi fino a 14 anni.

Sotto la guida di animatori ed educatori esperti, i giovani condivideranno un'esperienza piacevole e utile con i coetanei, e impareranno a preservare le risorse della natura e a mangiare in modo sano. Durante i campi di Legambiente, infatti, si riducono i consumi: niente luci accese o rubinetti aperti quando non e' necessario; a tutti gli erogatori di acqua vengono applicati i riduttori di flusso che consentono di risparmiare fino al 50% dei consumi; i detergenti e i cosmetici sono biodegradabili o autoprodotti; si riducono gli imballaggi, si beve acqua del rubinetto, si ricicla la carta e si stampa fronte-retro.

Inoltre ci si muove a piedi con mezzi di trasporto a basso impatto ambientale, si contribuisce a ridurre gli sprechi trasformando gli alimenti non consumati e i rifiuti organici in compost da usare come fertilizzante naturale, si mangiano prodotti biologici o a km0 e si imparano i segreti del consumo critico e della filiera corta.

Tante le attivita' in programma. Nel campo dell'Ecoscoperta ad Alpignano (Torino), ad esempio, all'interno del Parco Bellagarda i bambini esploreranno e approfondiranno le tematiche del bosco. A Poggiodomo (Perugia) soggiorneranno in una struttura situata nell'area naturalistica del Coscerno-Aspra per cercare di conoscere il lupo e l'aquila. E ancora, nel campo Naturalmente di Anticoli Corrado (Roma), si cimenteranno con attivita' legate all'arte e all'artigianato green, mentre a Sasso di Castalda (Potenza), all'interno del Parco Nazionale dell'Appennino Lucano Val d'Agri Lagonegrese, impareranno a conoscere il cervo.




(source: ANSA)

Diabete in aumento tra cani e gatti, ora cure piu' facili


Soluzione in una penna. Incidono stili vita moderna

22 marzo 2013

ROMA - Nelle case degli italiani vive un esercito di cani e gatti, e molti di questi sono affetti da diabete mellito o ne sono a rischio. Simile al diabete dell'uomo e', come questo, in forte aumento a causa degli stili di vita moderni che coinvolgono anche gli amici a 4 zampe: i fattori di rischio sono infatti obesita', sedentarieta', alimentazione inappropriata. Ma adesso sara' piu' facile curare cani e gatti diabetici, e la soluzione e' in una penna.

In Italia si stimano almeno 30-40 casi di animali diabetici su 10.000 cani e gatti (Gran Bretagna 45/10.000, Usa 120/10.000).

Ma, secondo un'indagine GfK Eurisko, il diabete di cani e gatti e' conosciuto solo da un terzo dei proprietari di cani e un quarto dei proprietari di gatti. Altro aspetto che rende critico il diabete nei pet e' la terapia, con la necessita' di sottoporre il proprio animale a due iniezioni quotidiane nell'assoluto rispetto dei dosaggi. Da oggi e' pero' disponibile la prima penna per la somministrazione d'insulina veterinaria, realizzata da MSD Animal Health per semplificare la terapia del diabete del cane e del gatto: facile da usare, precisa nella selezione della dose, indolore. Inoltre, le cartucce contenenti insulina possono essere conservate a temperatura ambiente per alcune settimane, utile quando si e' in viaggio o in vacanza con il proprio pet. I dati ''indicano un aumento dell'incidenza nel cane e nel gatto del diabete, patologia che in questi animali compare a partire dai 5 anni di eta' con un picco attorno ai 7-9 anni'', afferma Andrea Boari, Ordinario di Clinica Medica Veterinaria all'Universita' di Teramo.




(source: ANSA)

Continua la moria di delfini nel Tirreno


Sono 87 le carcasse ritrovate, solo da gennaio, tra Sicilia e Toscana

22 marzo 2013

Continua la moria di delfini sulle spiagge toscane: un esemplare della specie 'stenella', della lunghezza di circa 1,70 metri, si e' spiaggiato sulle coste dell'isola d'Elba (Livorno). La carcassa, in avanzato stato di decomposizione, e' stata rinvenuta questa mattina, sulla spiaggia di Madonna delle Grazie nel Comune di Capoliveri, dalla proprietaria di un ristorante vicino al mare.
Con questo salgono a 87, da gennaio scorso, i casi di corpi di delfini della specie stenella striata (stenella coeruleoalba) trovati fra la Sicilia e la Toscana e su cui sono in corso accertamenti disposti dal ministero dell'Ambiente.
La donna ha immediatamente ha contattato la polizia municipale di Capoliveri, che ha poi provveduto ad informare la Capitaneria di porto di Portoferraio. Subito sono state attivate tutte le procedure previste per rimuovere la carcassa e sono stati informati gli organi di competenza. Un altro delfino morto era stato ritrovato due giorni fa a Marina di Donoratico.




(source: ANSA)

giovedì 21 marzo 2013

Balena spiaggiata in Toscana, si cerca causa morte


Ministero, e' primo caso. A quota 86 i ritrovamenti di delfini

21 marzo 2013

ROMA - La balenottera trovata morta martedi' pomeriggio sulla spiaggia di Rosignano Solvay (Livorno) e' il primo caso di 'spiaggiamento' di un esemplare di balenottera comune (balenoptera physalus) da inizio anno. L'esame della carcassa, molto degradata, non ha permesso di chiarire il motivo della morte del grande animale. Lo spiega il ministero dell'Ambiente in una nota.

Nel frattempo, la Rete spiaggiamenti e il Cert (Cetaceans stranding emergency response team) dei ministeri dell'Ambiente e della Salute, hanno censito da gennaio 86 casi di corpi di delfini della specie stenella striata (stenella coeruleoalba) fra la Sicilia e la Toscana; per questi delfini la causa piu' probabile della moria sembra ancora un'infezione da morbillo.

Gli ultimi casi in Sicilia a Milazzo e in Sardegna a Cala Reale (Porto Torres).

Mercoledi' a Rosignano una squadra del Cert coordinata dal professor Sandro Mazzariol, dell'Universita' di Padova, ha compiuto le prime rilevazioni. L'animale e' una balenottera femmina lunga 16,4 metri e pesante 15 tonnellate. Purtroppo, si legge nella nota, le condizioni di conservazione del corpo dell'animale, molto degradato, hanno reso impossibile ogni accertamento sulle cause di morte, e in particolare non hanno permesso di campionare i tessuti necessari a effettuare indagini microscopiche e microbiologiche.

Si sta tuttavia tentando la ricerca molecolare di morbillo e di toxoplasmosi (toxoplasma gondii). La balena aveva alcune coste fratturate. Con tecniche di ricerca di emboli lipidici si cerchera' di capire se queste fratture siano precedenti alla morte, tuttavia i ricercatori del Cert ritengono che con molta probabilita' le costole siano state spezzate dagli urti della carcassa spinta dalle ondate contro la riva.

Il caso della balenottera si aggiunge all'elenco dei numerosi cetacei ritrovati morti da inizio anno, precisamente 7 esemplari di tursiope (tursiops truncatus), un esemplare di globicefalo (globicephala melas), che rappresenta di per se' un'anomalia (risale infatti al 2007 l'ultimo spiaggiamento accertato), 1 esemplare di grampo (grampus griseus), per il quale bisogna attendere i risultati degli esami poiche' si tratta di un ritrovamento inusuale per un animale che solitamente vive ad altissime profondita', e 83 esemplari di stenella striata (stenella coeruleoalba).



(source: ANSA)

Giornate delle foreste, polmoni della Terra


Dall'Amazzonia all'Africa Centrale, dal Canada alla Siberia, dalla Papua Nuova Guinea all'Indonesia

21 marzo 2013

ROMA - Le foreste proteggono la vita sul Pianeta. Per celebrare la Giornata internazionale di questi 'polmoni verdi' della Terra, Greenpeace ha messo insieme alcune delle immagini più significative provenienti da ogni angolo del mondo.
Dall'Amazzonia all'Africa Centrale, dal Canada alla Siberia, dalla Papua Nuova Guinea all'Indonesia, da Sumatra alla nostra Europa, Greenpeace lancia alcuni scatti delle foreste più belle del mondo, con "l'auspicio di raggiungere presto l'obiettivo 'deforestazione zero' e conservare questi preziosi ecosistemi". "Senza le foreste non ci sarebbe vita sulla Terra - osserva l'associazione targata arcobaleno - In tempi di cambiamenti climatici le foreste trattengono circa 300 miliardi di tonnellate di carbonio, ovvero 40 volte le emissioni di gas serra che emettiamo ogni anno a livello globale. Sono la casa di milioni di persone che vivono delle foreste, ma anche mammiferi, uccelli, rettili, insetti, alberi, fiori e pesci".
Secondo Chiara Campione, responsabile campagna Foreste di Greenpeace Italia, "la distruzione di una foresta in una parte del globo può avere un impatto disastroso dall'altra parte del Pianeta. Alcuni scienziati hanno recentemente dimostrato come la perdita di foreste in Amazzonia e in Africa centrale riduca notevolmente le precipitazioni nel Midwest negli Stati Uniti"



(source: ANSA)

Tartaruga marina senza vita spiaggiata nel livornese


Avrebbe grosso buco su carapace

21 marzo 2013

LIVORNO - Un grosso esemplare di tartaruga marina e' stato rinvenuto privo di vita stamani sulla spiaggia dei bagni Paolieri di Quercianella (Livorno) da uno degli inservienti dello stabilimento. L'animale di circa un metro di lunghezza non sembrerebbe in cattivo stato di conservazione, ma presenterebbe un grosso buco sul carapace. Sul posto interverranno i tecnici di Aamps (azienda partecipata che si occupa di igiene ambientale) per il recupero e lo smaltimento della carcassa. Due giorni fa, poco distante, sull'arenile di Rosignano e' stata trovata morta una balenottera di poco meno di 18 metri.



(source: ANSA)

Fao,foreste mediterraneo molto esposte cambi clima


Temperature alte, piu' piogge, crescita popolazione

21 marzo 2013

ROMA - Temperature aumentate di un grado nel XX secolo, piogge diminuite del 20% in alcune aree, crescita della popolazione. Questi i motivi principali per cui le foreste del Mediterrano potrebbero essere ''duramente colpite dai cambiamenti climatici'' contenuti nel nuovo rapporto della Fao 'State of Mediterranean forests', lanciato oggi in occasione della Giornata mondiale delle foreste.

Il report racconta che la situazione e' causa di una ''maggiore competizione per le gia' scarse risorse alimentari e idriche della regione'' mediterranea. Inoltre, e' previsto che ''entro la fine di questo secolo le temperature aumentino di due gradi''; esponendo ''a rischio di estinzione alcune specie forestali'' e ''causare la perdita di biodiversita'''. La crescita della popolazione, destinata a passare da 500 a 625 milioni entro il 2050, ''mettera' sotto ulteriore pressione le foreste, il cibo e l'acqua''.

I Paesi del Mediterraneo si incontrano oggi a Tlemcen in Algeria per discutere sull'adozione di una strategia per le foreste mediterranee.



(source: ANSA)

La Fao chiede 'zero deforestazione illegale'


Direttore da Silva in occasione giornata internazionale foreste

21 marzo 2013


ROMA - La Fao chiede di puntare all'obiettivo 'Zero deforestazione illegale'. E' il direttore generale dell'organismo delle Nazioni Unite Jose' Graziano da Silva, in occasione della prima giornata internazionale delle foreste che si celebra oggi, ha proposto che i Paesi supportino un obiettivo Zero deforestazione illegale nell'ambito della road map post-2105.

''La deforestazione illegale - spiega Graziano da Silva - riduce in degrado gli ecosistemi, diminuendo la disponibilita' di acqua e limitando la fornitura di legna da ardere, mettendo a rischio la sicurezza alimentare, in particolare per i poveri''.

Mettere la parola fine alla ''deforestazione illegale e al degrado forestale potrebbe fare molto per eliminare la fame, la poverta' estrema e realizzare la sostenibilita'''.

Per questo, la Fao incoraggia ''a promuovere la piantagione di alberi e a prendere in considerazione lo stop alla deforestazione illegale''. Si tratta, conclude il direttore generale della Fao, di ''due obiettivi strettamente collegati.

Avremo risultati positivi se Paesi, istituzioni finanziarie internazionali, Nazioni Unite, societa' civile e privati uniscono le forze''.



(source: ANSA)

Foreste come spugne per C02


Rapporto Fao per giornata internazionale

21 marzo 2013

ROMA - "Le foreste del Mediterraneo sono un importante serbatoio di carbonio. Nel 2010 hanno fornito quasi 5 miliardi di tonnellate di carbonio, che rappresentano l'1,6% dello stock globale del carbonio delle foreste". E' quanto emerge dal nuovo rapporto della Fao 'State of Mediterranean forests', presentato oggi in occasione della Giornata internazionale delle foreste.
Queste 'spugne' verdi, spiega il report della Fao, "forniscono anche servizi ecosistemici preziosi come regolazione delle acque e il clima, la fornitura del legno e prodotti non legnosi, e la conservazione della biodiversità". E "la regione del Mediterraneo" è una della aree al mondo più ricche di biodiversità: ci sono più di 25.000 specie di piante, rispetto ai circa 6.000 nel centro e nord Europa. E' per questo che il documento mette in evidenza come "il valore delle foreste del Mediterraneo per l'adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici dovrebbe essere riconosciuto" a tutti i livelli.
La Fao invita all'utilizzo di "specie genetiche forestali maggiormente in grado di adattarsi alle condizioni climatiche mutevoli". A livello locale "dovrebbe anche migliorare la pianificazione forestale per la gestione degli ecosistemi sia per la densità degli alberi che per affrontare la scarsità d'acqua". Naturalmente, questo implica una prevenzione degli incendi boschivi che - secondo il rapporto - "i cambiamenti climatci potrebbero provocare in modo più frequente e più grave". Tra il 2006 e il 2010, ricorda la Fao, "circa due milioni di ettari di foreste sono state colpite" dalle fiamme nella regione mediterranea.



(source: ANSA)

mercoledì 20 marzo 2013

Giant squid genetics reveal family secrets


Giant squid around the world are "basically identical" despite looking very different, say scientists.

20 March 2013

An artist's impression of the shy submariner 
The super-sized cephalopods live deep in the oceans and are little-known by the scientific community.
An international team of researchers investigated rare samples of the elusive animals' DNA to reveal their family secrets.
They discovered that there is just a single species of squid with no population structure.
The findings are published in the journal Proceedings of the Royal Society B.
The giant squid has been a source of fascination both before and beyond its formal description in 1857 by Danish biologist Japetus Steenstrup.
Its deep-dwelling lifestyle is largely unknown but specimens have been found globally, with the exception of Arctic and Antarctic waters.
Inspiring tales of sea monsters such as the ship-destroying Kraken, giant squid are rumoured to reach 50m in length but scientists say an 18m estimate is more appropriate according to studies.
A further debate about the mysterious animals relates to how many species there are, with researchers suggesting there could be as many as eight based on differences in appearance and where they have been found.
"Your general [giant] squid is a long, scrawny beast: it's got a long thin body and long thin arms," said Professor M. Thomas P. Gilbert, from the Natural History Museum of Denmark.
"But off [the coast of] Japan for example, they're much shorter and stubbier. Their arms are fatter and much shorter."
Prof Gilbert worked with colleagues from the University of Copenhagen and researchers from Australia, Japan, France, Ireland and Portugal to understand how the seemingly diverse squid are related.
The team took 43 tissue samples from a variety of sources: stranded animals, remains found in the stomachs of beached sperm whales and accidental by-catch. They then used DNA sequencing techniques to understand the genetic makeup of the squid.

Researchers studied washed up specimens
'Very weird'

Results revealed that the squid are all one species.
Genetic diversity was also found to be very low, meaning that the squid are genetically very similar despite being found all over the world and varying greatly in appearance.
"There's normally local distinction between [animals] genetically," Prof Gilbert told BBC Nature.
"Things that live in one area eventually become different from things in other areas but [giant squid] are basically identical everywhere."
Prof Gilbert described the findings as "very weird" but suggested that migration could be the key reason specimens from as far apart as Japan and Florida, US are genetically so similar.
"We speculate the larval stage must drift globally in the currents then dive to the nearest dark, deep spot when they are large enough, thus stopping any [population] structure appearing," he explained.
"Instead of the adults and their young living in the same place, the young distribute to a completely new place on the Earth every time."
Judging by their size and remarkable adaptations for the environment, scientists believe the giant squid have a substantial population. Another theory to explain the large numbers of identical animals is the possibility of a rapid and recent population boom.
According to Prof Gilbert, this expansion could have been caused by either a decrease in predators or an increase in prey numbers of the giant squid.
"This year is the 200th anniversary of Steenstrup... So on his 200th birthday we can say we know more about it!" he told BBC Nature.
The evolutionary biologist commented that although the team had succeeded in answering one question about the mysterious squid, they have uncovered many more.



(source: BBC)

Isle of Wight girl Daisy Morris has flying prehistoric beast named after her


A nine-year-old girl has had a prehistoric beast named in her honour after fossilised bones she found turned out to be an undiscovered species.

20 March 2013 

Vectidraco means 'dragon from the Isle of Wight’,
and daisymorrisae honours Daisy Morris
Daisy Morris from the Isle of Wight stumbled upon the remains on Atherfield beach four years ago.
A scientific paper stated the newly discovered species of pterosaur would be called Vectidraco daisymorrisae.
Fossil expert Martin Simpson said this was an example of how "major discoveries can be made by amateurs".
Daisy's mum Sian Morris said her daughter had started fossil hunting aged three and came across the blackened "bones sticking out of the sand" in 2009, when she was four years old.
The Morris family, from Whitwell, approached Southampton University's 'Fossil Man' Mr Simpson with Daisy's finds in 2009.
"I knew I was looking at something very special. And I was right," said Mr Simpson.
The fossil turned out to be a new genus and species of small pterosaur; a flying reptile from the Lower Cretaceous period.

The new species and name was confirmed in ascientific paper published on Monday.
Mr Simpson said the island's eroding coastline meant the fossil would have been "washed away and destroyed if it had not been found by Daisy".
Mrs Morris, a teaching assistant, said: "She has a very good eye for tiny little fossils and found these tiny little black bones sticking out of the mud and decided to dig a bit further and scoop them all out.
"We are all very proud of her".
The pterosaur has since been donated to the Natural History Museum which recently named the Isle of Wight as the "dinosaur capital of Great Britain".
The confirmation of Vectidraco daisymorrisae comes a week after the discovery on the island of an almost complete skeleton of a 12-feet long dinosaur.
Pterosaurs were flying reptiles that lived in the same time period as dinosaurs, up to 220 millions years ago.



(source: BBC)

Carcassa di balena su spiaggia nel livornese


Lunga ben 15 metri, priva di vita sarebbe stata trasportata a riva dalle forti correnti

20 marzo 2013

LIVORNO - La carcassa di una balenottera di circa 15 metri si è arenata nel pomeriggio di ieri sulla spiaggia della Caletta di Rosignano a Livorno. Lo ha reso noto la Capitaneria di porto che, dopo una segnalazione, ha appurato che si trattava effettivamente della carcassa di un cetaceo in un primo momento scambiata per lo scafo di una barca. La balena, priva di vita, sarebbe stata trasportata a riva dalle forti correnti.


(source: ANSA)

Grande squalo bianco, piu' appetito di quanto creduto


Ricerca australiana sfata credenza diffusa

20 marzo 2013

SYDNEY - L'appetito del grande squalo bianco (terrificante protagonista delle serie di film 'Jaws') e' assai piu' grande di quanto finora creduto dagli scienziati. Lo rivela una nuova ricerca australiana, che sfata anche la credenza diffusa, secondo cui il piu' grande predatore dei mari puo' sopravvivere a stomaco vuoto per lunghi periodi, anche un mese.

Gli scienziati dell'Istituto di studi marini e antartici dell'Universita' della Tasmania hanno 'etichettato' 12 grandi squali bianchi presso la Neptune Island al largo dell'Australia meridionale con sistemi di posizionamento radio, per registrare con che velocita' nuotavano e quindi calcolarne il metabolismo e i fabbisogni di energia. Obiettivo della ricerca erano le abitudini alimentari di creature ancora poco conosciute, e la localita' e' stata scelta perche' le acque attraggono gli squali che si nutrono di cuccioli di foca di una vicina colonia.

''Il solo studio precedente sul fabbisogno di energia degli squali, condotto in America negli anni '80, suggeriva che uno squalo bianco da una tonnellata puo' sopravvivere con un pasto di 30 chili per circa un mese e mezzo. Tuttavia la nostra ricerca indica che un simile pasto fornisce energia per molto meno, fra 12 e 15 giorni'', scrive il responsabile dello studio Jayson Semmens, sulla rivista Scientific Reports. ''Il loro tasso di metabolismo e' molto piu' rapido di quanto si credesse''.

I risultati sul fabbisogno di energia dei predatori di vertice, come i grandi squali a rischio di estinzione, sono di importanza critica per comprendere il loro ruolo negli ecosistemi e le implicazioni di una diminuzione del loro numero, aggiunge Semmens. ''Lo squalo bianco e' piuttosto vulnerabile perche' e' longevo, si riproduce tardi nella vita e produce una prole di numero ridotto''.



(source: ANSA)

Si' Usa e Nuova Zelanda a maxi-parco in Antartide


Sarebbe il piu' grande parco marino al mondo

19 marzo 2013

ROMA - Gli Usa e la Nuova Zelanda hanno formulato una proposta ufficiale per trasformare un'area di quattro milioni di chilometri quadrati nel mare di Ross, in Antartide, nel piu' grande parco marino al mondo. Lo ha annunciato il segretario di Stato Usa John Kerry.

La proposta e' vista con favore anche da Australia e Unione Europea che ne avevano presentata una ancora piu' ambiziosa all'ultimo meeting della Commission for the Conservation of Antarctic Marine Living Resources, di cui fanno parte 24 paesi e appunto l'Ue. L'opposizione di Russia e Cina aveva pero' bloccato l'iniziativa, che ora verra' quindi presentata con i nuovi protagonisti ad una sessione straordinaria della Commissione il prossimo luglio: ''L'Antartide e' una collezione di superlativi - ha affermato Kerry riportato dal sito del Times - e' il piu' freddo, il piu' alto, il piu' ventoso, il piu' incontaminato e remoto posto sulla Terra. Le sue acque danno asilo a 16mila specie, e sono un 'laboratorio vivente'.



(source: ANSA)

Salvato cucciolo di foca intrappolato in rete


Su spiaggia della Gran Bretagna, per due mesi sara' in centro recupero

19 marzo 2013

ROMA - Un cucciolo di foca e' stato salvato da una ragazza in Gran Bretagna. Il piccolo esemplare, che era rimasto intrappolato in una rete sulla spiaggia di Felixstowe nella regione dell'East Anglia, rimarra' ora per due mesi in un centro di recupero.

Come riporta la Bbc, la diciottenne ha usato le forbici per tagliare via la rete che era rimasta intrappolata intorno al collo dell'animale lasciandogli una ferita profonda. Poco dopo i funzionari della Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals (RSPCA) hanno preso in custodia il cucciolo, trasferendolo al centro per la fauna selvatica vicino alla citta' fluviale di King's Lynn, nella contea di Norfolk.

''E 'fantastico che la ragazza abbia cercato di aiutare l'esemplare, chiamando poi noi - ha commentato Alison Charles, direttore del centro - Tuttavia e' stata fortunata a non essere morsa; per questo consigliamo alle persone di non tagliare le reti, pereche' potrebbero causare piu' sanguinamento, ma lasciare questo lavoro ai professionisti''. Secondo la Rspca il piccolo di foca, che e' stato chiamato re Niepold, e' nato probabilmente a novembre o dicembre e sara' rimesso in liberta' una volta in cui ''si sara' pienamente ripreso dall'infortunio''.



(source: ANSA)

lunedì 18 marzo 2013

Animalisti infiltrati in allevamenti, in video morte visoni


Produzione italiana stimata intorno a 170 mila pelli l'anno

18 marzo 2013


ROMA - Per più di 18 mesi le organizzazioni 'essereAnimali' e 'Nemesi Animale' hanno documentato la realtà dei visoni in Italia negli allevamenti dove ogni anno 170 mila animali vengono uccisi e scuoiati. Entrando negli allevamenti, si legge sul sito Visoniliberi, piazzando telecamere nascoste e tramite un infiltrato è stata documentata,con un video shock, l'uccisione dei visoni con camere a gas, la loro vita in gabbia e la loro sofferenza.
Lo scopo di questo documento, che si inserisce in un contesto europeo che ha visto altri report condotti da organizzazioni di attivisti in Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca e Spagna è il primo passo per una campagna di sensibilizzazione e pressione con l'obiettivo di giungere all'abolizione della pratica dell'allevamento di animali per la produzione di pellicce. In Italia ci sono 16 allevamenti di visoni, riferiscono gli ambientalisti, e un allevamento di cincilla. Queste aziende rinchiudono in totale circa 200 mila animali. Il numero di queste attività è drasticamente calato dagli anni '90, in cui circa 125 allevamenti erano segnalati alla Camera di Commercio e la produzione era arrivata a 400 mila animali uccisi ogni anno.



Un documento senza precedenti che mostra gli allevamenti di visoni in Italia. Un'investigazione condotta da essereAnimali e Nemesi Animale con lo scopo di rendere visibili questi luoghi sconosciuti e nascosti, in cui ogni anno vengono uccisi 170.000 animali destinati a diventare pellicce.



(source: ANSA)