mercoledì 10 aprile 2013

Eliminare la plasticadagli oceani sfruttando le correnti


L'idea di uno studente olandese 19enne, ora analizzata da una squadra di 50 persone

9 aprile 2013

Le piattaforme galleggianti per la raccolta della plastica negli oceani
sfruttando le correnti dell'olandese Boyan Slat
Ripulire l'oceano dalla plastica sfruttando le correnti per intrappolare i rifiuti. A presentare il progetto Ocean Cleanup Array, un sistema che permetterebbe di eliminare i detriti dai cinque grandi vortici di immondizia del pianeta, è stato un diciannovenne olandese di nome Boyan Slat, studente di ingegneria aerospaziale nei Paesi Bassi.

VORTICI DI SPAZZATURA - Il più famoso di questi vortici, il Pacific Trash Vortex, è un enorme accumulo di spazzatura situato nell'oceano Pacifico, con un'estensione stimata da 700 mila a 10 milioni di chilometri quadrati, con il limite superiore che copre un'area più estesa degli Stati Uniti. Secondo Slat, per ripulire uno di questi vortici basterebbero cinque anni. Come? Sfruttando le correnti circolari. Il sistema prevede di impiegare una flotta di piattaforme, dotate di enormi bracci galleggianti che forzino gli accumuli di plastica nella loro direzione. A questo punto verrebbero separati dal plancton, quindi filtrati e immagazzinati in un container per il riciclo.

Punto chiave del progetto è che le piattaforme
non interferiscano con il passaggio delle navi
CATTURA - Nel concept dell'Ocean Cleanup Array si usano aste al posto delle reti comunemente impiegate per ripulire le acque: questo dovrebbe permettere agli animali acquatici di non essere catturati, in quanto il movimento dei bracci, guidato dalle correnti, sarebbe abbastanza lento da lasciare agli organismi il tempo di fuggire. Secondo il progetto, ancora al vaglio delle analisi e degli studi di cinquanta persone - tra ingegneri, modellisti e studenti - le piattaforme potrebbero essere completamente autosufficienti, alimentandosi grazie all'energia proveniente dal sole, dalle correnti e dalle onde. Punto chiave del progetto è che le piattaforme non interferiscano con il passaggio delle navi, per esempio facendo in modo di disporle parallelamente alle rotte. Anche se, fa sapere Boyan sul suo sito, la maggior parte dei vortici oceanici sono localizzati in aree non coinvolte dal passaggio di imbarcazioni.

Il sistema prevede piattaforme con lunghi bracci
galleggianti per attirare gli accumuli di plastica
PROGETTO - Il paper finale del progetto del giovane olandese ha vinto diversi premi, incluso il Best Technical Design 2012 all'Università di Delft. Slat ha però continuato a sviluppare ilconcept durante la scorsa estate e, dopo averlo presentato al TEDxDelft 2012, ha istituito una fondazione non profit con lo scopo di raccogliere fondi per mettere a punto il progetto e realizzarlo, dal nome Ocean Cleanup Foundation. Il progetto sarebbe infatti finanziariamente sostenibile. «Se stimiamo di vendere la plastica recuperata dai cinque vortici, avremmo più ricavi che costi. Se la soluzione venisse realizzata», continua Boyan, «potrebbe salvare migliaia di animali acquatici e ridurre così gli inquinanti (policlorobifenili e Ddt) dalla catena del cibo». Punto ancora più importante, permetterebbe ai governi di risparmiare enormemente sui costi per la pulizia degli oceani. Oltre agli indubbi vantaggi per il turismo e per l'immagine dei Paesi coinvolti. Finora il suo progetto in crowdfunding ha raccolto poco meno di 35 mila dollari, il 44% della somma prevista per lo studio di fattibilità.



(source: CdS)