mercoledì 3 aprile 2013

Boschi gratis ai privati «Solo così li salveremo»


Esperimento in Liguria: sì di Legambiente, no del Wwf

3 aprile 2013

LA REGIONE: TROPPI ALBERI MORTI, CRESCE IL RISCHIO DI FRANE E INCENDI

(Green Photo Archive)
La Regione Liguria ha deciso di affidare con un bando la gestione dei suoi 7 mila ettari di boschi, querceti, castagneti, faggeti, abetaie e pini marittimi a soggetti privati e gli ambientalisti si dividono. Mentre il Wwf condanna quella che considera una «privatizzazione» a fini di profitto di un patrimonio affidato alla mano pubblica, Legambiente si apre al dialogo: «Oggi i boschi sono di fatto abbandonati», dice Massimo Maugeri, «ci vogliono regole sulla gestione ma un castagneto malato è triste, inutile e anche pericoloso».

LIGURIA - La Liguria è in proporzione la regione italiana più boscosa; con il 70 per cento del proprio territorio (375 mila ettari) coperto da foreste batte anche il Trentino, e proprio questa sua caratteristica ha spinto gli amministratori ad affrontare un problema che è di portata nazionale. «Il disboscamento», spiega il Corpo Forestale, «riguarda gli altri continenti, Asia, Africa e America Latina, ma l'Europa al contrario vede le foreste avanzare sempre più. In vent'anni le superfici boschive sono aumentate in Italia di 1 milione e 700 mila ettari, l'ultimo censimento è del 2005 ed è quindi certo che in questi anni la cifra è ancora lievitata».

PRESIDIO -Il bosco è un presidio idrogeologico, una culla di biodiversità e un patrimonio paesaggistico ma richiede una manutenzione ormai sempre più rara. I boschi liguri, poi, per la massima parte non sono «originali», sono stati tagliati dall'uomo intensamente e quindi non hanno più quell'equilibrio naturale che consentiva a una specie di autoregolarsi. Così oggi tendono a diventare troppo «pesanti» fino a non avere più un effetto di consolidamento del terreno. L'indice di «necro massa», ovvero gli alberi morti, è altissimo: il 18,8 contro il 7,5 dell'Appennino del Centro-Nord e l'8,8 della media nazionale. In particolare i pini marittimi attaccati dalla cocciniglia sono dei «morti in piedi» spiega Damiano Penco, uno dei responsabili del progetto ligure, «con il loro legno secco diventano fiammiferi pronti ad accendersi».

GESTIONE -Così l'assessore regionale Giovanni Barbagallo difende il bando che sarà pronto entro l'estate: «Speriamo», dice, «di dare un segnale ad altre amministrazioni e anche ai privati: migliaia di ettari di bosco sono improduttivi, non fruibili ed esposti al dissesto, perché un privato non dovrebbe trovare conveniente affidarli a chi li può gestire?». Gestire vuol dire prevalentemente regolare il taglio per la filiera energetica. Nonostante il suo patrimonio boschivo, infatti, l'Italia importa legna da ardere ma è proprio questo aspetto che ha fatto infuriare il Wwf che teme la distruzione di querceti e faggeti.

BANDO - I termini del bando sono in fieri, tuttavia non verrà richiesto un canone per la concessione: «Se non saranno proprio zero euro, per motivi fiscali», spiega Barbagallo, «si tratterrà di cifre simboliche: l'obiettivo non è fare cassa affittando i boschi ma riqualificarli, rilanciare l'agricoltura e creare posti di lavoro».
La Liguria si illude di trovare qualcuno pronto a lavorare nei suoi ripidi e faticosissimi boschi? Le associazioni di categoria si dichiarano interessate. Ivano Moscamora presidente della Confederazione italiana agricoltori però rilancia: «Il bando per la gestione va bene, ma deve essere accompagnato da un progetto per l'economia del legno e del sottobosco, altrimenti sarà inutile». Chi trent'anni fa partendo dal bosco ha creato una bella azienda per coltivare piccoli frutti, mirtilli, more, lamponi, fragoline è Luca Dal Pian, a Tiglieto nell'entroterra genovese: «Quando ho iniziato, per tagliare un albero ho aspettato due anni. Ora cambia tutto. Se fosse disponibile, perché no, magari un ettaro di bosco lo prenderei volentieri».



(source: CdS)